La falsa pista / Henning Mankell

1998 (c) Marsilio - p. 475

La storia in breve:

un lungo romanzo "giallo": il poliziotto svedese Kurt Wallander e la sua squadra è alla caccia di un criminale, che si rivela essere un serial killer: cosa lega le vittime tra di loro (uccise da colpi d’ascia ed a cui viene fatto lo scalpo), qual è la psicologia e l’identità del colpevole (che, invece, viene rivelata presto al lettore) e come porre fine ai delitti? ecco le domande cruciali che la squadra omicidi si pone in un estate particolarmente calda, ai tempi del mondiale di calcio negli USA (1994).

Commento:

in questo romanzo viene descritta in modo accurato, preciso e particolareggiato, un’indagine di polizia di fronte al caso straordinario (per lo meno in Svezia a metà anni Novanta) di un serial killer, con moventi oscuri di vendetta. Il personaggio del poliziotto è ben calibrato (con i suoi problemi personali di padre, divorziato e figlio di un genitore ormai anziano e le sue riflessioni e sentimenti sulla società contemporanea). La storia ha una sua tenuta, grazie anche all’espediente di alternare azioni investigative e pensieri-azioni dell’assassino. Ma per gli appassionati del thriller alla Connelly o Deaver può dispiacere la mancanza di un ritmo narrativo serrato, inesorabile, ricco di suspense e di colpi di scena (e pure a volte di colpi bassi da parte dell’autore); per gli appassionati del genere giallo classico alla Chrisite può dispiacere che il gioco dell’investigazione venga condotto senza che al lettore venga lanciata la sfida di risoluzione dell’enigma. In compenso possono apprezzare l’onestà dello scrittore nel tentativo di raccontare in modo verosimile e garbato il metodo di indagine, fatto di ipotesi, intuizioni, sbagli, correzioni, abbagli, ripensamenti, attese, paure e improvvise svolte.